Qui bisogna intendersi altrimenti non ne usciamo: Salvini, Di Maio e compagnia non sono che il prodotto di una serie di processi che si svolgono su scala planetaria. Processi distinti ma che si rafforzano l’uno con l’altro. Il primo: il crollo della fede laica nel progresso umano tra le masse occidentali, il crollo della fede nelle umane sorti e progressive e quindi, proprio quando il progresso tecnologico fa balzi da gigante, la paura del futuro. Il secondo: tale perdita di fede è il prodotto, come più volte ho scritto, di una questione sociale non risolta. Per inciso, il sorgere della questione sociale non è dovuto alle colpe del mercato, che ha fatto egregiamente il proprio dovere, vale a dire produrre ricchezza, ma alle colpe della politica che non ha saputo curare gli effetti collaterali dello sviluppo economico, fornendo nel lungo periodo in maniera sufficiente quei beni di pubblica utilità che il mercato non sa dare (istruzione, sanità, welfare, infrastrutture etc). Tale deficienza della politica è dipesa dal fatto che la politica stessa si è auto-imposta un ruolo ancillare rispetto all’economia. Il terzo: quella che abbiamo vissuto sinora non è stata dunque una crisi economica, ma una crisi politica che ora si sta trascinando con sè anche le istituzioni liberali. Le masse preoccupate per la loro sorte additano come responsabili dei propri mali le istituzioni liberali. Nasce di qui la critica verso la democrazia rappresentativa, l’economia di mercato, la globalizzazione. Istituzioni che non hanno nemmeno una delle colpe che gli si attribuiscono. Il guiao maggiore dei populisti occidentali sta tutto qui, che poi è l’essenza del populismo, abbattono i muri portanti e costruiscono con il cartongesso.
Confesso che provo un certo divertimento nel vedere sbraitare il vate di Venezia (Cacciari) che a tavolino disfa governi, pianifica alleanze, sbuffa, borbotta, ma per fortuna, mai nessuno gli dà retta. E così anche nel Leggi tutto…
Riflessione estemporanea sulla sinistra e le elezioni.È da Otane, Meganizo e Dario che è salda la convinzione che la polarizzazione di una società in ricchi e poveri produce la stasis, vale a dire la guerra Leggi tutto…
“Il Sole 24 Ore” stamattina apre con “Putin: pronti a comprare i BTP”; “Il Giornale”: “Spread, Conte si mette nelle mani di Putin”; “La Stampa”, in seconda pagina, “Putin: disposti a comprare titoli italiani”.Ci sarebbe Leggi tutto…
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.AcceptRead More
Le risposte sbagliate
Pubblicato da Redazione il
Qui bisogna intendersi altrimenti non ne usciamo: Salvini, Di Maio e compagnia non sono che il prodotto di una serie di processi che si svolgono su scala planetaria. Processi distinti ma che si rafforzano l’uno con l’altro.
Il primo: il crollo della fede laica nel progresso umano tra le masse occidentali, il crollo della fede nelle umane sorti e progressive e quindi, proprio quando il progresso tecnologico fa balzi da gigante, la paura del futuro.
Il secondo: tale perdita di fede è il prodotto, come più volte ho scritto, di una questione sociale non risolta. Per inciso, il sorgere della questione sociale non è dovuto alle colpe del mercato, che ha fatto egregiamente il proprio dovere, vale a dire produrre ricchezza, ma alle colpe della politica che non ha saputo curare gli effetti collaterali dello sviluppo economico, fornendo nel lungo periodo in maniera sufficiente quei beni di pubblica utilità che il mercato non sa dare (istruzione, sanità, welfare, infrastrutture etc). Tale deficienza della politica è dipesa dal fatto che la politica stessa si è auto-imposta un ruolo ancillare rispetto all’economia.
Il terzo: quella che abbiamo vissuto sinora non è stata dunque una crisi economica, ma una crisi politica che ora si sta trascinando con sè anche le istituzioni liberali. Le masse preoccupate per la loro sorte additano come responsabili dei propri mali le istituzioni liberali. Nasce di qui la critica verso la democrazia rappresentativa, l’economia di mercato, la globalizzazione. Istituzioni che non hanno nemmeno una delle colpe che gli si attribuiscono.
Il guiao maggiore dei populisti occidentali sta tutto qui, che poi è l’essenza del populismo, abbattono i muri portanti e costruiscono con il cartongesso.
Articoli correlati
Commenti
I cattivi consigliori
Confesso che provo un certo divertimento nel vedere sbraitare il vate di Venezia (Cacciari) che a tavolino disfa governi, pianifica alleanze, sbuffa, borbotta, ma per fortuna, mai nessuno gli dà retta. E così anche nel Leggi tutto…
Commenti
Il problema è la domanda
Riflessione estemporanea sulla sinistra e le elezioni.È da Otane, Meganizo e Dario che è salda la convinzione che la polarizzazione di una società in ricchi e poveri produce la stasis, vale a dire la guerra Leggi tutto…
Commenti
Vogliono i colonnelli…
“Il Sole 24 Ore” stamattina apre con “Putin: pronti a comprare i BTP”; “Il Giornale”: “Spread, Conte si mette nelle mani di Putin”; “La Stampa”, in seconda pagina, “Putin: disposti a comprare titoli italiani”.Ci sarebbe Leggi tutto…